Evanescente

Allo stesso punto di sempre: incapace.
Di fermarmi dentro.
Sempre in volo,
fuori dall’attimo,
e poi evanescente.
Senza tregua continuo
nell’insensata costruzione
di strani mondi fatti di cera
e ambra troppo liquida.
Riempio d’attesa inutile
ciò che non riesco
a spiegare.
Poca resistenza al dolore
vuol dire fragile.
Smarrita e trasparente,
puoi attraversarmi
in un attimo.
Se adesso me ne andassi
sbatterei la porta
solo per fare rumore.
Sentirei i tuoi occhi puntati sulla schiena
mentre immobile sulla soglia
giurerei di essere altrove.

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Posseduta

E’ un’emozione

fresca e dissetante.

Che mozza il fiato per l’intensità.

Raccolgo i brividi,

come pioggia scivolano sulla pelle che brucia.

Di sole e di vita che passa.

Trabocco palpiti

e curiosa mi vedo crescere e mutare.

Occhi diversi mi guardano sorridere

e ballando nel riflesso della luna,

accarezzata da una brezza dolce,

aspetto il sogno.

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Framboise

Scorpacciate di fragole e di more.
Le mani cercano nella terra
affondano nelle viscere del tempo andato.
Raggi caldi filtrano dalle fronde degli alberi,
disegnano ombre: scene della mia memoria.
Osservo il cielo e vorrei aspirare il blu che lo riempie.
Trasformare la pelle in nuvola e il desiderio in volo.
Ho dovuto crescere per conoscere a fondo .
Vorrei trasportare in una scatola tutto ciò che ho vissuto. La terrei chiusa.
Frammenti di vita affondano come vetri in me
e sanguino l’incapacità del ricordo.
La memoria ha il limite di essere soggettiva.
Come la vita, l’amore e la morte.

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