Ho avuto l’onore di essere chiamata a partecipare al saggio finale della sezione di danza della Gat ( ginnastica artistica trentina) con un mio testo poetico. Le ragazze hanno creato la coreografia sulla mia lettura, senza nessuna musica. Un esperimento coinvolgente e, a sentire i commenti post esibizione, molto riuscito.
Per me è stato molto intenso seguire le prove, conoscendo piano piano le caratteristiche distintive di ogni giovane ballerina, facendomi coinvolgere dalla loro allegria e dalla spontaneità.
Ho seguito il saggio dalla regia, posizione privilegiata, che non ha comunque potuto schermare la mia emozione e l’immensa gioia nel vederle avere il successo che meritano.
Sperando di poter ripetere presto una collaborazione simile uso questo spazio anche per ringraziare la maestra Marika e tutti i tecnici che mi hanno supportata!
E così inizia il sogno
Le parole non si scrivono, ma nascono da sè.
Posso provare a trattenerle, ma sono poesie che non accettano
di restarsene in un angolo.
Battono un ritmo morbido, disegnano sentieri.
Per raggiungere il cuore di chi è in ascolto.
Complicità celata che si alza in piedi e incomincia a ballare.
Di fronte ai tuoi occhi.
E vorresti distogliere lo sguardo, andare via, dimenticartene.
Invece resti lì, immobile.
Ammirato e disorientato.
E così inizia il sogno:
ho camminato in radure spoglie
controvento.
Ho trovato rifugio in grotte umide
di istinto e paura
vestita di finzione e indifferenza.
Così diversa da me, anima sfigurata e fragile.
Ho annientato l’urgenza di un cambiamento,
cieca a forza.
Incapacità velenosa di mantere un volo alto.
Costante.
Navigo invece in acque agitate
ribollenti di flutti.
Altalena scricchiolante che sfiora le nuvole
e nel ritorno perde terreno,
alla ricerca del nulla.
Trabocco impazienza,
desidero, sogno,
spero nella luce.
E nel tocco lieve di premure inattese.
La seduzione del sogno
agita tutte le mie notti.
Il desiderio non ha abbandonato
la mia sostanza.
Spando colore ad ogni passo, segno il cammino.
Cerco la libertà.
Di volare via come una foglia soffiata dal vento, di danzare
nell’aria dolce del sole di maggio.
Sono acrobata in mondi che non esistono
passeggio in bilico su strade polverose
di ricordi ed incertezza.
Vorrei riuscire a piangere e sorridere nello stesso momento. Diventare brezza sottile, imparare a cantare e contenere nel mio cuore ogni possibilità.
Tutto per riuscire ad essere un po’di più. Più simile alla persona che sono dentro.
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